"Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato; e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio". (Luca 7.37-38)
Nella tempesta delle mia vita,
-su una zattera-
Ti incontrai;
"mi permetti di aiutarti? Vorrei navigare questo mare con te",
fu il Tuo invito d'Amore.
Hai corteggiato il mio cuore nonostante fossi
brutta,
sporca,
deludente,
lunatica,
scettica;
per Te non sono un'effimera emozione.
Sei primavera continua nel deserto della mia anima,
follemente perduta - un tempo,
follemente Tua - oggi.
Guardando Te, vivo il sogno della stella che respira l'incanto.
mercoledì 3 marzo 2010
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