domenica 31 gennaio 2010

Perdono (un po' di sana ironia sul nostro essere cristiani..)

"Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all'altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta." (Matteo 5.23-24)


In che modo stai chiedendo perdono?

Andando in chiesa?
pregando?
comportandoti bene?
mettendo a tacere la tua coscienza?
scrivendo status commoventi su facebook?
parlando al mare, alla luna, alle stelle?

La persona che hai offeso ha:
un nome,
un cognome,
un indirizzo,
un recapito telefonico,
una email,
un account su facebook,
è fatta di carne e ossa, non è un'astrazione.


Il Vangelo scomodo..

Palestra d'Amore

Prima d'incontrarsi,

amiamo chi non ci ama
e
siamo amati da chi non amiamo.


In quale altro modo Dio poteva insegnarci l'Amore?

sabato 30 gennaio 2010

Al caffè letterario

La gente accorre curiosa,
per amore della nuova parola,
o forse solo per ripararsi dalla pioggia.

Il vecchio grammatico si diletta nelle radici greche.

Aroma di caffè.
Profumo di scrittura.

Il giovane scrittore arrossisce spaventato dal giudizio degli specialisti.
Si scrive per se stessi o per essere letti?

Lo sguardo scorre veloce sui libri;
rido amaramente di romanzi un tempo amati:
quante bugie solo per vendersi.
Ringrazio il cielo che la lettura sia terminata.

E un nuovo libro è venuto alla vita.
Nessuna parola è banale.

venerdì 29 gennaio 2010

Sms

Perché questo è l'ostacolo, la crosta da rompere: la solitudine dell'uomo - di noi e degli altri. (Cesare Pavese)


Una giornata qualunque.

Colazione, metro, lavoro, chiacchiere fra amici, presentazione di un libro, cena, poesia.

"Grazie. Era troppo tempo che non sorridevo così."

Ad un tratto l'sms cambia il senso delle ventiquattrore.

Mi addormento piangendo.
Possibile che l'uomo si senta così solo?

Lava i miei piedi

Dopo aver messo dell'acqua in una bacinella, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui era cinto...(Giovanni 13.5)


Pranzo con i barboni,
troppe volte mi sono allontanata da Casa.

Passeggio con i ciechi,
troppe volte ho chiuso gli occhi alla Verità.

Ascolto i racconti degli anziani,
troppe volte ho disprezzato la Sapienza.

Gioco con i bambini,
troppe volte riflettevo sul senso della vita con in mano una bambola.

Insegno agli immigrati,
troppe volte mi sono sentita esclusa in terra straniera.

Amo perché sono amata.Perché il tempo è poco.Perché non voglio rimpianti.

Lascio che tu lavi i miei piedi,
perché impari l'umiltà.

Elogio dei piedi (Erri De Luca)

Perché reggono l'intero peso
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi
Perché riescono a correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare
Perché portano via
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato e chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta
Perché sanno saltare e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono le ali
Perché scalzi sono belli
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica
Perché sanno giocare con la palla
Perché sanno nuotare
Perché per qualche popolo pratico erano un'unità di misura
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puškin:"Piedini piedini dove siete voi adesso?"
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango il croccante tip tap, la ruffiana tarantella Perché non sanno accusare e non impugnano armi
Perché sono stati crocifissi
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio
Perché come le capre amano il sale
Perché non hanno fretta di nascere però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte

Il (vero) dolore

Forse chi è in lutto dovrebbe essere isolato in quartieri speciali, come i lebbrosi. (C.S.Lewis, Diario di un dolore)

La morte ha un piano. (J.Saramago, Le intermittenze della morte)

Mi dicevano che il dolore era nelle lacrime.
Mi dicevano che il dolore era nell'urlo.
Mi dicevano che il dolore sarebbe svanito.
Mi dicevano che il dolore si sarebbe fatto vivo solo nelle ricorrenze.

Si sbagliavano.

Il dolore è nel giorno qualunque, nel posto qualunque, nell'ora qualunque, mentre sorrido passeggiando una vita qualunque.

Il dolore è non averti più nella mia quotidianità.
Il dolore è non ridere più delle tue prese in giro.
Il dolore è non respirare più il profumo soave che emanavi.
Il dolore è non poter più far vedere al mondo quanto sei bello.

Voglio che la vita dentro me odori di te.

La morte ha un tempo. L'imperfetto.

giovedì 28 gennaio 2010

"Oda al dia feliz" [Pablo Neruda]

Esta vez dejadme ser feliz,
nada ha pasado a nadie,
no estoy en parte alguna,
sucede solamente que soy feliz
por los cuatro costados del corazón,
andando, durmiendo o escribiendo.
Qué voy a hacerle, soy feliz.
Soy más innumerable
que el pasto en las praderas,
siento la piel como un árbol rugoso
y el agua abajo,
los pájaros arriba,
el mar como un anillo en mi cintura,
hecha de pan y piedra
la tierra el aire canta como una guitarra.
Tú a mi lado en la arena eres arena,
tú cantas y eres canto,
el mundo es hoy mi alma,
canto y arena,
el mundo es hoy tu boca,
dejadme en tu boca y en la arena ser feliz,
ser feliz porque si,
porque respiro y porque tú respiras,
ser feliz porque toco tu rodilla
y es como si tocara la piel azul del cielo
y su frescura.
Hoy dejadme a mí solo ser feliz,
con todos o sin todos,
ser feliz con el pasto y la arena,
ser feliz con el aire y la tierra,
ser feliz,
contigo,
con tu boca,
ser feliz.

mercoledì 27 gennaio 2010

Beautiful That Way (Lyrics: Noa: Musica: Nicola Piovani)

Smile, without a reason why
Love, as if you were a child
Smile, no matter what they tell you
Don’t listen to a word they say
'Cause life is beautiful that way

Tears, a tidal-wave of tears
Light that slowly disappears
Wait, before you close the curtain
There’s still another game to play
And life is beautiful that way

Here, in his eyes forever more
I will always be as close as you remember from before.

Now, that you're out there on your own
Remember, what is real and what we dream is love alone.

Keep the laughter in your eyes
Soon, your long awaited prize
Well forget about our sorrow
And think about a brighter day
'Cause life is beautiful that way

martedì 26 gennaio 2010

In memoriam. Per non dimenticare.

La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta. (Anna Frank)

Non posso andare a scuola.

Non posso andare al mare.

Non posso andare in palestra.

Non posso insegnare.

Non posso possedere una terra.

Non posso esercitare una professione.

Non posso sposare chi voglio.

Non posso scrivere (o vivere?!).

...

Sono un ebreo.

Posso urlare. O tacere.

Finito il Carnevale

L'inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia. (A. Camus)

Finito il Carnevale,
si gettano le maschere,
si scoprono i volti.

Pinocchio, in fondo, è solo un burattino.

Muore l'amore quando muore la stima.

Amo la costanza del sole che splende.

lunedì 25 gennaio 2010

La bellezza sottrae territorio all’inferno (Monologo di Saviano. Un collage)

Il potere della parola

In essa convivono inferno & bellezza

La bellezza ha spaventato il regime

La bellezza sottrae territorio all’inferno

È la bellezza che hanno stuprato

Manifestare per poter essere felici

Bambini soldato

Alcune parole fanno paura

Paura di fare la scelta giusta

La bellezza sta cedendo all’inferno

La verità è bellezza

Le parole sfuggono

Gli sguardi che si posano sulla pagina

Questa carta è pericolosa

Riuscire a difendersi all’inferno

Quando qualcuno scrive o ascolta questa storia si salva l’animo umano

Noi possiamo essere diversi

Non credo nel bene, ma nella bontà

Ho visto troppi morti, più di quanti l’uomo possa vederne e continuare a vivere

L’unico modo per sopravvivere è respingere i ricordi o sapere che la persona che ami ti sta aspettando, sapere che è l’unica persona che sa ciò che stai passando

L’orso per salvare la sua orsa si gettò su di lei e si fece uccidere

Io l’anima non ve la do: solo mentre stavo per morire ho capito che è la cosa più importante che ho

Sono voce di voci

Uno stanzino dove non si deve entrare

Sono stanca

Lo scrittore non esercita un mestiere, lo scrittore combatte una guerra

E se utilizzano le mie parole e le modificano?

Non mi firmo mai con pseudonimi, non nascondo mai la mia faccia

Le parole dei bambini sono superiori a ogni letteratura

Non mangerò mai più marmellata di lamponi

La rosa e la megattera

Oggi in questa notte calda dolce come il profumo di fiori esotici, svegliati ad una vita che scotta. (Occhi scuri, H.Hesse)


I fiori non sono tutti uguali.
Come può il fioraio sfiorarli tutti con lo stesso sorriso?
Come può accostarli indistintamente nello stesso mazzo?
Quadro banale.Senza colore.Senza Anima.
Non sarò un fioraio, sarò un seminatore vagabondo errante tra i campi.

Come sostituire la regina dei fiori?
Rubando l'essenza a mille boccioli e a diecimila corolle.

Dalla Camelia, la bellezza perfetta;
dalla Viola del pensiero, il ricordo;
dal Tulipano, l'amore perfetto;
dal Fiordaliso, la dolcezza;
dal Gelsomino, l'eleganza e la grazia;
dalla Datura, l'incantesimo;
dall'Orchidea, la sensualità.

Insostituibile Rosa.
Il fastello così composto
non dona l'inebriante soavità del tuo essere giardino di ciliegi.

L'averti respirato (o respiro l'averti?),
mi porta a benedire la volta celeste.

Mi donarono una stella;
mi dissero più di cento volte tiamo;
desiderarono sfiorare la mia anima;
cercarono la via del mio cuore;
non dormirono, non mangiarono, non pensarono che a me.

Cos'altro bramare?
Posso restare sotto la pioggia incessante di una strada deserta.

Sognando,
se mi è concesso,
di udire,
un giorno,
il canto delle megattere,
nascosto negli abissi,
di un lontano oceano.

domenica 24 gennaio 2010

Piccolo pensiero notturno

Da quando hai smesso
di
respirare,

cerco i cuori
per
abbracciarli.

venerdì 22 gennaio 2010

Valore, Erri De Luca

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che .

Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.


Molti di questi valori non ho conosciuto.

giovedì 21 gennaio 2010

Ho sceso, dandoti il braccio (E. Montale, Satura)

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

mercoledì 20 gennaio 2010

Nolite iudicare (Paride Mercurio, da “ANIMA MEMOR”, FIRENZE LIBRI, 2003)

Nessuno potrà mai comprendere

l’infinita dolcezza

che i tuoi sguardi furtivi

mi donano spesso.

Nessuno saprà mai leggere

questo mistero

che è chiuso nel tuo e nel mio cuore.

Tutti mi crocifiggono,

tutti ti mettono in guardia,

anche se fra cielo e terra

ci son più cose

di quante possa spiegarne

la loro greve filosofia.

La sedia vuota

Una stanza,
vuota come il bianco.

-Al centro-

Una sedia,
sola come un'ombra.

Un diario, una scusa, troppi perché, occhi di ghiaccio.
E' tutto ciò che fu trovato tra le tue mani.

Rimorsi, dolore senza fine, dubbi di fede, buoni propositi per rimediare.
Chi verrà a sottrarceli dall'anima?

E mentre Cupido gioca con i cuori degli uomini,
lei fissa quella sedia e muore perchè non potrà più amarti.

E' meglio soffrire per chi ci vive accanto e non ci ama
o per chi ci ama ma non può farlo perché non più?

Coloriamo le pareti con l'Arcobaleno.

martedì 19 gennaio 2010

Simone Weil a Joë Bousquet, 12 maggio 1942

[…] Le accludo la poesia inglese che le avevo recitato, «Love»; ha giocato un ruolo importante nella mia vita; la recitavo a me stessa in quel momento in cui, per la prima volta, il Cristo è venuto a prendermi. Credevo semplicemente di ripetere a me stessa una bella poesia e non sapevo che era una preghiera.

LOVE*

Love bade me welcome, yet my soul drew back Guilty of dust and sinne.
Buy quick-ey'd Love, observing me grow slack
From my first entrance in, Drew nearer to me, sweetly questioning,
If I lack'd anything.
A guest, I answer'd, worthy to be here: Love said, You shall be he.
I the unkinde, ungratefull? Ah, my deare, I cannot look on thee.
Love took my hand, and smiling did reply, Who made the eyes but I?
Truth, Lord, but I have marr'd them: let my shame Go where it doth deserve.
And know you not, sayes Love, who bore the blame?
My dear, then I will serve. You must sit down, says Love.
And taste my meat: So I did sit and eat.

George Herbert


*Amore Amore mi diede il benvenuto: eppure la mia anima si ritrasse, colpevole di polvere e di peccato. Ma Amore, dall'occhio pronto, vedendomi esitare da quando ero entrato, mi si fece più vicino, chiedendomi dolcemente se mi mancasse qualcosa. "Un ospite", dissi, "degno d'esser qui." Amore disse: "Tu lo sei." "Io, il meschino, l'ingrato? Ah mio diletto, non sono degno di guardarti." Amore mi prese la mano e, sorridendo, rispose: "Chi ha fatto gli occhi se non io?" "E' vero, Signore, ma li ho sciupati: lascia la mia vergogna fuggire dove merita." "E non sai tu", dice Amore, "chi prese su di sè la colpa?" "Allora, mio diletto, mi offro io." "Siediti", disse Amore, "e gusta il mio cibo." Così mi sedetti e mangiai.

sabato 16 gennaio 2010

Ritorno alla casa del Padre

Rincorrevo le stelle,
sognando di essere baciata dalla loro polvere.

Cieca, nuda e fragile,
tornai alla casa del Padre.

Quale stella potrebbe eguagliarsi allo splendore del Tuo abbraccio?

Percezioni di tempo

Ho scalato montagne,
navigato mari,
trascinato pesi,
strappato alberi,
saltato burroni.


Solo voltandomi ho scoperto che stavo ancora attraversando la strada.

Il furto del cuore

Due custodi alla porta del cuore:
l'impeto del fuoco e la delicatezza dell'acqua.

Il fuoco decise di buttare la chiave,
che l'acqua non tenne mai in mano.

Eppure venne il giorno in cui il mondo fu scosso dalla grave notizia:
il furto del cuore!

L'acqua si trasformò in lacrime infinite che spensero il fuoco.

Nessuno smascherò l'autore del furto.
Eppure il cuore era la chiave.

Una chiave nascosta, mai scomparsa.

venerdì 15 gennaio 2010

Lady d.

Lady d. non voglio la tua amicizia.

Non venire a bussarmi quando la luna è l'unica luce superstite della città.

Non cercarmi quando sono a cena con gli amici.

Non ho voglia di parlarti o di guardarti in faccia.

Tremo quando sento il rumore dei tuoi passi o quando sfiori i miei capelli nella notte.


Sospiro.

That's me!

Quando sono felice,
danzo.

Quando amo,
tremo.

Quando odio,
divento sarcastica.

Quando soffro,
faccio il pagliaccio.


I difetti più visibili sono nei miei piedi, ma nessuno conosce quelli dei miei denti.

Cicatrice

La gente vorrebbe cancellare le cicatrici.
Consigliano plastiche chirurgiche.

Quando perdi un fiore del tuo giardino puoi tornare alla vita,
ma non puoi farlo quando ti strappano un petalo dal tuo stesso essere fiore.

Il Cielo ha voluto così,
affinché imparassi ad ascoltare cuori soffocati dal dolore.

giovedì 14 gennaio 2010

Tu suoni

"...heard melodies are sweet but those unheard are sweeter..." (J. Keats)

Elogiano il mio passo di danza,
senza sapere

che mi muovo solo perchè tu suoni,
dietro di me.

Un giovedì pomeriggio della mia vita

UNA fermata della metro.
UN parco.
UNA panchina.
UN libro.
UN taccuino.
UN panino.
UN gatto.
UN sole.
UNA perenne primavera.


La MIA vita.

Nulla die sine linea.

martedì 12 gennaio 2010

Il mercante di illusioni, splendida nota di Davide Bogliolo

Lo incontrai la prima volta tempo fa, all’incrocio di due strade. Seduto dietro un banchetto imbandito di ogni cianfrusaglia e sogni di seconda mano, scrutava i passanti come a cercare di capire chi fosse adatto alla sua mercanzia. Occhi scuri, profondi, marroni come le castagne in autunno, e come queste il suo sguardo era protetto da pungenti aculei che ti si conficcavano nell’anima ad ogni occhiata. La barba come ricamata di colori vivi e pieni di sfaccettature ricordava quei mercanti mediorientali che gabbano i turisti vendendo loro ogni sorta di oggetto inutile e grottesco. Le braccia possenti e muscolose in grado di immobilizzare un toro se solo avesse voluto. “buona sera, amico mio – mi disse con voce accattivante – tu sembri proprio il cliente adatto per questo bazar”. Mi guardava con aria sicura, non era smielato, non era ruffiano, sapeva semplicemente di dire la verità. “Perché? Che tipo di cliente sarei io?” risposi un po’ stizzito, come tutti quelli che non amano sentirsi inserire in una categoria. “oooh, amico, ma è chiaro… tu sei un uomo sicuro di se. Una persona tutta di un pezzo…”. Aveva fatto centro, era riuscito a farmi fermare davanti al sua banco. “… la vedi questa? – tirò fuori da dentro una tasca interna una penna estremamente elegante, nera con rifiniture d’oro – questa è la soluzione ad ogni tuo problema”. Lo fissai, era chiaro che non gli dovessi credere ma una parte di me aveva già abboccato. “cosa sarebbe mai?Una penna magica?” risposi. “Questa penna ha un inchiostro speciale… è unica nel suo genere! E’ mescolato con lacrime di un’amante abbandonata e con una goccia di sangue di un grande poeta, non si esaurisce mai e chiunque la possiede può scrivere versi magnifici in grado di conquistare qualsiasi donna si desideri”. Lo fissai attentamente, non so perché ma sapevo stesse dicendo la verità. Guardai ancora il nobile oggetto nelle sue mani… la parte aurea brillava al riflesso del sole, era bella a vedersi. Allungai la mano per afferrarla… “ah! ah! Amico… tutto ha un prezzo” disse ritraendo la mano. “Quanto vuoi?” risposi io. “Oooh, questo mi offende terribilmente, pensi veramente che venderei un pezzo così pregiato per del vile denaro? No… voglio qualcosa di più personale da te”. Mi fissava negli occhi, uno ad uno potevo sentire gli aculei del suo sguardo ferirmi l’anima, sarei dovuto fuggire via, ma non lo feci, pregustando già di poter conquistare ogni amore. “Quello che voglio è qualcosa di estremamente prezioso… dammi il tuo sogno più bello”. Trasalii. Il sangue per un attimo si fermò nelle mie vene, mi gelai. “oh, forse ho visto male allora… non siete il cliente adatto” con una mano si riaprì la giacca pronto a celare nuovamente all’interno della tasca il mitico strumento. “No, mi hai convinto!” dissi afferrandolo per il polso cercando di fermarlo. Un lungo ghigno si allungò sul suo volto. Mi prese la mano sinistra e dentro ci mise la penna. Poi, senza lasciare la presa, alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi “adesso pagami però…”. Quegli attimi li ricorderò per sempre. La sequenza, le sensazioni, ogni movimento. La mia mano destra che fruga all’interno della tasca sinistra della giacca, le mie dita che afferrano il sogno di una vita per l’ultima volta, il lento movimento per estrarlo dalla tasca, poi l’ultimo fugace sguardo a quell’oggetto, apparentemente senza valore: era un orecchino da donna, l’aveva perso la mia amata tempo addietro ed era per me l’unica speranza di rivederla, di ritrovarla, di conquistarla. Cos’è un sogno in confronto alla certezza di tutte le donne che voglio? pensai tra me e me in quell’istante. Il mercante aprì la sua mano e io vi feci cadere il mio sogno più bello. La chiuse e io non lo rividi mai più. Me ne andai senza neppure salutare. Arrivai a casa e iniziai a scrivere con quella penna prodigiosa; scrivevo storie, poesie e sonetti di una bellezza straordinaria, racconti eccezionali intrisi delle più belle emozioni che un uomo possa provare, scrivevo lettere d’amore per donne che puntualmente cadevano ai miei piedi. Ma mi resi conto di quanto quella penna mi costò veramente solo quando rileggendo ogni mio scritto mi accorsi che tutto parlava di lei, della mia amata che ormai non mi era più concesso neppure sognare. A che vale scrivere d’amore se poi non posso coronare il mio sogno? Così misi da parte la penna, gli scritti e ogni illusione. Il mercante di illusioni aveva fatto di me uno sconfitto.

Perché taccia

Perché taccia il rumor di mia catena
di lagrime, di speme, e di amor vivo,
e di silenzio; ché pietà mi affrena
se di lei parlo, o di lei penso e scrivo.

Tu sol mi ascolti, o solitario rivo,
ove ogni notte amor seco mi mena,
qui affido il pianto e i miei danni descrivo,
qui tutta verso del dolor la piena.

E narro come i grandi occhi ridenti
arsero d'immortal raggio il mio core,
come la rosea bocca, e i rilucenti

odorati capelli, ed il candore
delle divine membra, e i cari accenti
m'insegnarono alfin pianger d'amore.

Ugo Foscolo, Sonetti

lunedì 11 gennaio 2010

Orchestra

Strumento d'orchestra,
suonavo,
senza seguire il Direttore.

Superflue le sue indicazioni, un tempo.
Oggi vitali.

Non saprei intonare una sola nota senza di Lui.

Sono un contrabbasso.
Il più grave.
Il più basso.

Pizzica le mie corde,
affinché la mia vita sia jazz.

Per non cadere giu

Per non cadere giu.

Di giorno,
come Icaro volerò verso il sole.

-Fuoco-

Di notte,
come Astolfo raggiungerò la luna.

-Follia-

I cuori di pietra non sono adatti per l'Eden.

Nevica

Capitale inglese.
Passeggio distratta sfiorata dalla neve.
Delicata.Indiscreta.Fragile.

Guardo gli alberi che annoiati cambiano colore.
Scompaiono.

Siamo due cuori che camminano su una lunga strada.

La neve scende per parlare alle nostre anime.
Bramo il giorno in cui sarò solo anima, candida, bianca e avrò le ali.

Non vivo per nient'altro e nessun'altro.

martedì 5 gennaio 2010

Orfanotrofio, una fotografia

Bambini che si emozionano ancora davanti a un regalo;

bambini che ti prendono la mano per farsi accarezzare;

bambini che le carezze non le vogliono perché non ne conoscono l'essenza;

-la vita mi ha insegnato che non tutti sanno fare una carezza-

bambini abbandonati;

bambini maltrattati;

"tanti auguri", "grazie", una madre sconosciuta che chiama solo il giorno del compleanno;

-la vita mi ha insegnato che c'è un giorno diverso da tutti gli altri-

bambini in braccio;

bambini nell'angolo;

-la vita mi ha insegnato che la prospettiva è diversa da quell'angolo-

bambini, che un giorno saranno adulti, con quale esistenza?

Non vorrei donarvi solo poche ore d'amore, ma è arrivato il tempo di andare.

-la vita mi ha insegnato che prima o poi bisogna partire.

lunedì 4 gennaio 2010

La mia Danza

Arabesque, assemblé, attitude, cambré, plié...

non importa;
la mia danza è sempre pirouette: giro sul mio asse sostenendomi su di una sola gamba.

Basta fissare lo sguardo.
Su di un punto.
Lo stesso.
Sempre.
Tu, che mi hai fatto il dono della danza.

Che lingua parli?

Comunichi Amore
parlando la lingua
di chi ami.

Non affaticarti per donare indifferenza,
otteresti un assordante silenzio.

Un lunedì mattina, uno dei tanti.

Odori mai perduti,
volti noti,
sapori masticati.

Non esiste il primo appuntamento,
ma appuntamenti ripetuti.


Prima o poi ci si abitua.
Pensavo.

domenica 3 gennaio 2010

Scherzi d'amore

Scherzi d'amore, il vostro linguaggio.
Complicità adolescenziale.


Commuovete i cuori stanchi.

Verba volant, ACTA manent

Egli non l'ha soltanto promesso,
ha anche agito.

La Croce.

Un gesto d'Amore.Non solo parole.

venerdì 1 gennaio 2010

2010, augurio di Vita

Cercate il fiore.
Il più bello.

Coglietelo.

Non abbiate paura delle ferite che vi procureranno le sue spine.

Godete del suo inebriante profumo fino all'ultima emozione.

E cercate, cercate il tassello mancante nascosto nel suo intimo.
Vi indicherà la via del Cielo.

Grido di madre

Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta,
smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere?
Anche se le madri dimenticassero,
Io non dimenticherò te. (Isaia 49.15)


Quando ti dona vita, grida.
Grida, se dovrà chiudere i tuoi occhi.

Il grido della madri ha lo stesso suono, odore, sapore.
Fa vibrare le viscere della terra.

Vorrei non averlo mai ascoltato.

Papà, mi porti al cinema?

Papà mi porti al cinema?

Come fidanzatini camminavamo mano nella mano;
sento ancora l'odore dei popcorn che mangiavamo insieme.

Il nostro appuntamento fisso della domenica.

Oggi torniamo al cinema di rado.
Mi soffermo a guardare le tue rughe, i tuoi dolori, la tua stanchezza;
la vita vera, non un film.

Papà, non smettere mai di portarmi al cinema.