lunedì 8 marzo 2010

Il tuo cuore malato

E ci ritroveremo,
nell'angolazione del nostro abbraccio.

Incastro perfetto:
il tuo cuore malato
batte
respirando il mio.

sabato 6 marzo 2010

Cuore

Tutti i dolori che non distaccano sono dolori perduti. (Simone Weil)


Proteggo
il mio cuore
dal vuoto
dell'assenza
insostituibile.

A volte i cuori hanno la forma dei piedi.

giovedì 4 marzo 2010

..e sei papà!

Piccoli compagni di banco,
giocavamo con le rime. Giocavamo.

Crescevamo su quei banchi,
litigando sulla fede - o con Dio?

Notte prima degli esami,
urlando il Blasco.

E poi un giorno si cresce..e sei papà!

Quando sarà troppo difficile,
guarda in Cielo,
al tuo Angelo.

mercoledì 3 marzo 2010

Il Meraviglioso

"Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato; e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio". (Luca 7.37-38)


Nella tempesta delle mia vita,
-su una zattera-
Ti incontrai;

"mi permetti di aiutarti? Vorrei navigare questo mare con te",
fu il Tuo invito d'Amore.

Hai corteggiato il mio cuore nonostante fossi
brutta,
sporca,
deludente,
lunatica,
scettica;

per Te non sono un'effimera emozione.

Sei primavera continua nel deserto della mia anima,
follemente perduta - un tempo,
follemente Tua - oggi.

Guardando Te, vivo il sogno della stella che respira l'incanto.

lunedì 1 marzo 2010

Nell'istante eterno

"Accordo tra due o più persone di trovarsi insieme in un luogo, in un giorno e a un'ora stabiliti " (appuntamento, Dizionario della Lingua Italiana)


C'incontrammo

-senza appuntamento-

a cogliere una stella
attirati dallo stesso Amore,

nell'istante eterno.

domenica 28 febbraio 2010

Non andare via, Signore (Rabindranath Tagore)

Signore, se la porta del mio cuore
dovesse restare chiusa un giorno,
abbattila ed entra,
non andare via.

Se le corde del mio cuore
non dovessero cantare
il tuo nome un giorno,
ti prego aspetta, non andare via.

Se non dovessi svegliarmi
al tuo richiamo un giorno,
svegliami con la tua pena...
non andare via.

Se un altro sul tuo trono
io dovessi porre un giorno,
tu, mio Signore, non andare via.

giovedì 25 febbraio 2010

Quiete & Tempesta

Passata è la tempesta. (Giacomo Leopardi, La quiete dopo la tempesta)


Fui quiete per la tempesta
che fu quiete per la mia tempesta
che fu quiete e tempesta
di una tempesta senza quiete
di una quiete infinita.

tratto da.. Kafka sulla spiaggia [Murakami Haruki]

Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti. Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili. Vivere significa anche questo. Ma ognuno di noi nella propria testa - si, io immagino che sia nella testa - ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi. Un po' come le sale del...la biblioteca, con tanti scaffali. E per poterci orientare con sicurezza nel nostro spirito, dobbiamo tenere in ordine l'archivio di quella stanza: continuare a redigere schede, fare pulizie, rinfrescare l'aria, cambiare l'acqua ai fiori. In altre parole, tu vivrai per sempre nella tua biblioteca personale.

mercoledì 24 febbraio 2010

Confidare (Antonia Pozzi)

Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.

Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.

Ho tanta fede in te. Son quieta
come l'arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l'orzo intorno alla casa.

Notte di creazione (Harry Martinson)

C'incontrammo al ponte di pietra,
le betulle facevano da guardia,
il fiume lustro come l'anguilla guizzò verso il mare.
C'involgemmo per creare Iddio,
il murmure spirava nel grano dell'autunno
e la segala fluttuò.

Volando (nell'haiku :D)

E ora che m'hai
donato le tue ali
fammi volare.

domenica 21 febbraio 2010

À Rebours

"La natura è interessante solo quando è fragile e desolata [...] In fondo, la bellezza di un paesaggio è fatta di malinconia." (Joris-Karl Huysmans, La Bièvre)


Che sapore ha la luce?

Oggi,
il buio ha due facce.

Ieri,
non conoscevo la forma del buio.

Di che colore è il buio?

***

Di che colore è il buio?

Ieri,
non conoscevo la forma del buio.

Oggi,
il buio ha due facce.

Che sapore ha la luce?

Il tuo più tenue sguardo (Edward Estlin Cummings)

Il tuo più tenue sguardo
facilmente
mi aprirà
benché abbia chiuso me stesso
come dita sempre mi apri
petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente
la sua prima rosa
e io non so
quello che c'è in te
che chiude e apre
solo qualcosa in me
comprende
che è più profonda
la voce dei tuoi occhi
di tutte le rose
nessuno
neanche
la pioggia
ha così piccole mani.

Eppure

I segreti che in punta di piedi ci donavamo,
le risate,
le lacrime

e poi - un giorno -

il Seme gettato sul tuo cuore.

La vita.
La vita scorre diversamente.
La vita scorre diversamente da quella che inventavamo giocando.

Eppure oggi sei tornata alla casa del Padre.
Eppure oggi sei tornata.
Eppure.

venerdì 19 febbraio 2010

Attesa (Vincenzo Cardarelli)

Oggi che t'aspettavo
non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice,
la tua assenza che tumultuava,
nel vuoto che hai lasciato,
come una stella.
Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s'annuncia e poi s'allontana,
così ti sei negata alla mia sete.
L'amore, sul nascere,
ha di questi improvvisi pentimenti.
Silenziosamente
ci siamo intesi.

Amore, Amore, come sempre,
vorrei coprirti di fiori e d'insulti.

amaMi

E respiro il silenzio di Dio.

giovedì 18 febbraio 2010

All'amore non si resiste (Alda Merini)

All'amore non si resiste
perché le mani
vogliono possedere la bellezza
e non lisciare tramortite
anni di silenzio.
Perché l'amore
è vivere duemila sogni
fino al bacio sublime.

La luna nueva (Jorge Luis Borges)

La luna nueva.
Ella también la mira
desde otra puerta.

***

La luna nuova.
Lei pure la guarda
da un'altra porta.

Io pronuncio il tuo nome (Federico Garcìa Lorca)

Io pronuncio il tuo nome
nelle notti oscure,
quando giungono gli astri
a bere nella luna,
e dormono i rami
delle fronde occulte.
Ed io mi sento vuoto
di passione e di musica.
Folle orologio che canta
antiche ore defunte.

Io pronuncio il tuo nome
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle e
più dolente della mite pioggia.

Ti amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha commesso il mio cuore?
Se la nebbia si scioglie
quale nuova passione mi aspetta?
Sarà tranquilla e pura?
Se potessi sfogliare
con le dita la luna!

Il nostro sorriso tra la folla

Tra la folla
distratta,

i nostri occhi si incrociano,

e nasce il nostro sorriso;

timido,
complice.

Che fai domani?
Io sorrido,
e tu?

martedì 16 febbraio 2010

A una in Paradiso (Edgar Allan Poe)

Eri per me quel tutto, amore,
per cui si struggeva la mia anima,
una verde isola nel mare, amore,
una fonte limpida, un'ara
di magici frutti e fiori adornata:
e tutti erano miei quei fiori.
Ah, sogno splendido e breve!
Stellata speranza, appena apparsa
e subito sopraffatta!
Una voce del Futuro mi grida
"Avanti, avanti!", ma è sul Passato
(oscuro gugite!) che la mia anima aleggia
tacita, immobile, sgomenta!
Perché mai più, oh, mai più per me
risplenderà quella luce di Vita!
Mai più – mai più – mai più –
è quel che il mare ripete
alle sabbie del lido – mai più
rifiorirà un albero percosso dal fulmine,
né potrà più elevarsi un'aquila ferita.
Vivo, trasognato, giorni estatici,
e tutte le mie notturne visioni
mi riportano ai tuoi grigi occhi di luce,
a là dove tu stessa ti porti e risplendi,
oh, in quali eteree danze,
lungo rivi che scorrono perenni.

domenica 14 febbraio 2010

Suono dolcemente notturno

Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto. (José Saramago)


E
invoco
un
suono
dolcemente
notturno.

Padre,
interrompi la vecchia cantilena
che stona la mia anima.

L'insegnamento

Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza. (Erasmo da Rotterdam)


Vieni a me
con un cielo scuro;

ti indico la via
per vedere le stelle;

improvvisamente le scorgi e io bevo il sole.

Se poi le senti anche vibrare
nell'anima,
mi elevi al semidivino.

Ancora abbiamo perso questo tramonto (Pablo Neruda)

Ancora abbiamo perso questo tramonto.
Nessuno stasera ci vide con le mani unite
mentre il vento azzurro cadeva sopra il mondo.

Ho visto dalla mia finestra
la festa del ponente sui monti lontani.

A volte, come una moneta
si incendiava un pezzo di sole tra le mani.

Io ti ricordavo con l'anima stretta
da quella tristezza che tu mi conosci.

Allora dove eri ?
Tra quali genti?
Che parole dicendo?
Perchè mi arriva tutto l'amore d'un colpo
quando mi sento triste e ti sento così lontana?

Cadde il libro che sempre si prende nel tramonto
e come un cane ferito ai miei piedi rotolò la mia cappa.
Sempre, sempre ti allontani nelle sera
dove corre il tramonto cancellando statue.

giovedì 11 febbraio 2010

Margherite sparse

Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d'acciaio. (William Shakespeare)


Passeggio nel giardino
della mia esistenza,

per riscoprirne l'essenza.

Margherite sparse
colorano il cammino,

me le ha donate il divino.

Ognuna ha un nome, un odore, un sapore, un colore.
Oggi sei tu.

E mentre ti sfioro,
sorridiamo i nostri sorrisi,
piangiamo le nostre lacrime.

lunedì 8 febbraio 2010

Emigrato

Lentamente
ti chini
a raccogliere
i volantini;

il vento,
che soffia via un'altra nuvola,
ti riporta
ai tuoi studi,
ai tuoi affetti,
al tuo mondo.

Sei troppo povero per riconquistarlo.
Sei troppo distante per respirarlo.
Sei troppo vecchio per sognarlo.

Eppure la dignità ti contraddistingue,
distribuisci pubblicità
come fosse il bollettino di Dio.

Amare sanguinando

Vinci il male con il bene (Romani 12.21)

L'amore di Cristo ci costringe (2 Corinzi 5.14)


Vieni verso me
per donarmi una rosa,

o forse le sue spine.

Io scelgo di offrirti un girasole.

domenica 7 febbraio 2010

Nei secoli dei secoli

Nel vuoto non esiste né vicino né lontano su cui posare lo sguardo, mica è possibile fissare un'assenza.(José Saramago, Il vangelo secondo Gesù Cristo)


La razionalità costruisce un immenso castello,
nei secoli dei secoli,
e lo protegge dall'irrazionalità,
e dal suo istante distruttivo.

Lottare con Dio,
per ricevere in dono un nome nuovo
e
un'anca slogata,
nei secoli dei secoli.

Benedizione inaspettata,
nei secoli dei secoli.

sabato 6 febbraio 2010

Niente di speciale

Finalmente un gruppo
che riesce
a farmi sentire
anonimo.

Niente di speciale.

L'ultimo dei mortali.

Essere vissuti per ciò che si è veramente,
una persona qualunque,
in un mondo qualunque.

Nessuna sopravvalutazione, nessuna delusione.

Ritrovarsi

Perdersi,
nel buio della notte,
in questo labirinto.

Ritrovarsi,
girando l'angolo,
con in mano un nuovo fiore.

Arricchire il bouquet dell'amore.

Il brivido dell'ignoto (noto)

La voce tremante del padre
in cerca del figlio.

Il brivido dell'ignoto (noto).

Raccontarsi bugie,
per non sfiorare la verità.

Paura della paura di avere paura

Tana per...

Da bambina giocavo a nascondino
perché tutti si nascondevano.

Quando cercavo un posticino sicuro
avevo sempre paura che fosse quello sbagliato.

Quando i più grandi mi facevano accecare
mi tremavano le gambe;
non riuscivo mai a trovarli,
correvo sempre troppo piano.

Non mi piace contare,
io voglio volare.

Ho sempre odiato giocare a nascondino.

Tana libera tutti.

mercoledì 3 febbraio 2010

Una tazza di cioccolata calda

Non riuscivo a separare la bocca dai bordi deliziosi della sua tazza. Una cioccolata da morire, morbida, vellutata, profumata, inebriante. (Guy de Maupassant)


Sorseggiare
una cioccolata calda,
respirando echi Maya
di una lontana America Latina;

il cibo degli dèi,
scorre lentamente
scottando le labbra screpolate;

intenso,
deciso,
scuro,
esasperato,
insaziabile,
l'aroma

speziato di cannella.

Palpebre chiuse che sognano l'infinità del sapore finito,
come un "ti amo" che ha bisogno di essere ripetuto per diventare autentico.

Viaggiare, come Maria Antonietta, con un cioccolataio personale.

Seconda semina, Anne Morrow Lindbergh

Per chi
il latte rimasto nel seno?
Per chi l'amore racchiuso nel cuore
che solo rimane?
Quell'aureo raccolto,
che prima fu seme, riempì un campo d'agosto,
in settembre sull'aia trebbiato in dolore,
or raccolto in granai, in sterili asili.
Abbattete le porte;
strappate, versate quel grano
sopra ogni sterile suolo,
ove zolla si trova spaccata.
Il seme d'amore si deve
seminare
in eterno.

martedì 2 febbraio 2010

Ballo in maschera

La musica è il genere di arte perfetto. La musica non può mai rivelare il suo segreto più nascosto. (Oscar Wilde)


Il tempo ternario del valzer
fluiva
soavemente
tra i ballerini abbracciati;

l'odore seducente
di orchidea
della dama
attirava gli sguardi;

i calici frizzanti
scorrevano di mano in mano,
inebriando;

la musica dell'orchestra,
protagonista e sottofondo
del ballo in maschera.

Perché nessuno si accorge che stai suonando una nota stonata?
Eppure io la odo.
Io non ti confondo con gli altri suoni.
Non mi lascio incantare dai balli in maschera.

domenica 31 gennaio 2010

Perdono (un po' di sana ironia sul nostro essere cristiani..)

"Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all'altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta." (Matteo 5.23-24)


In che modo stai chiedendo perdono?

Andando in chiesa?
pregando?
comportandoti bene?
mettendo a tacere la tua coscienza?
scrivendo status commoventi su facebook?
parlando al mare, alla luna, alle stelle?

La persona che hai offeso ha:
un nome,
un cognome,
un indirizzo,
un recapito telefonico,
una email,
un account su facebook,
è fatta di carne e ossa, non è un'astrazione.


Il Vangelo scomodo..

Palestra d'Amore

Prima d'incontrarsi,

amiamo chi non ci ama
e
siamo amati da chi non amiamo.


In quale altro modo Dio poteva insegnarci l'Amore?

sabato 30 gennaio 2010

Al caffè letterario

La gente accorre curiosa,
per amore della nuova parola,
o forse solo per ripararsi dalla pioggia.

Il vecchio grammatico si diletta nelle radici greche.

Aroma di caffè.
Profumo di scrittura.

Il giovane scrittore arrossisce spaventato dal giudizio degli specialisti.
Si scrive per se stessi o per essere letti?

Lo sguardo scorre veloce sui libri;
rido amaramente di romanzi un tempo amati:
quante bugie solo per vendersi.
Ringrazio il cielo che la lettura sia terminata.

E un nuovo libro è venuto alla vita.
Nessuna parola è banale.

venerdì 29 gennaio 2010

Sms

Perché questo è l'ostacolo, la crosta da rompere: la solitudine dell'uomo - di noi e degli altri. (Cesare Pavese)


Una giornata qualunque.

Colazione, metro, lavoro, chiacchiere fra amici, presentazione di un libro, cena, poesia.

"Grazie. Era troppo tempo che non sorridevo così."

Ad un tratto l'sms cambia il senso delle ventiquattrore.

Mi addormento piangendo.
Possibile che l'uomo si senta così solo?

Lava i miei piedi

Dopo aver messo dell'acqua in una bacinella, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui era cinto...(Giovanni 13.5)


Pranzo con i barboni,
troppe volte mi sono allontanata da Casa.

Passeggio con i ciechi,
troppe volte ho chiuso gli occhi alla Verità.

Ascolto i racconti degli anziani,
troppe volte ho disprezzato la Sapienza.

Gioco con i bambini,
troppe volte riflettevo sul senso della vita con in mano una bambola.

Insegno agli immigrati,
troppe volte mi sono sentita esclusa in terra straniera.

Amo perché sono amata.Perché il tempo è poco.Perché non voglio rimpianti.

Lascio che tu lavi i miei piedi,
perché impari l'umiltà.

Elogio dei piedi (Erri De Luca)

Perché reggono l'intero peso
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi
Perché riescono a correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare
Perché portano via
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato e chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta
Perché sanno saltare e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono le ali
Perché scalzi sono belli
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica
Perché sanno giocare con la palla
Perché sanno nuotare
Perché per qualche popolo pratico erano un'unità di misura
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puškin:"Piedini piedini dove siete voi adesso?"
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango il croccante tip tap, la ruffiana tarantella Perché non sanno accusare e non impugnano armi
Perché sono stati crocifissi
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio
Perché come le capre amano il sale
Perché non hanno fretta di nascere però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte

Il (vero) dolore

Forse chi è in lutto dovrebbe essere isolato in quartieri speciali, come i lebbrosi. (C.S.Lewis, Diario di un dolore)

La morte ha un piano. (J.Saramago, Le intermittenze della morte)

Mi dicevano che il dolore era nelle lacrime.
Mi dicevano che il dolore era nell'urlo.
Mi dicevano che il dolore sarebbe svanito.
Mi dicevano che il dolore si sarebbe fatto vivo solo nelle ricorrenze.

Si sbagliavano.

Il dolore è nel giorno qualunque, nel posto qualunque, nell'ora qualunque, mentre sorrido passeggiando una vita qualunque.

Il dolore è non averti più nella mia quotidianità.
Il dolore è non ridere più delle tue prese in giro.
Il dolore è non respirare più il profumo soave che emanavi.
Il dolore è non poter più far vedere al mondo quanto sei bello.

Voglio che la vita dentro me odori di te.

La morte ha un tempo. L'imperfetto.

giovedì 28 gennaio 2010

"Oda al dia feliz" [Pablo Neruda]

Esta vez dejadme ser feliz,
nada ha pasado a nadie,
no estoy en parte alguna,
sucede solamente que soy feliz
por los cuatro costados del corazón,
andando, durmiendo o escribiendo.
Qué voy a hacerle, soy feliz.
Soy más innumerable
que el pasto en las praderas,
siento la piel como un árbol rugoso
y el agua abajo,
los pájaros arriba,
el mar como un anillo en mi cintura,
hecha de pan y piedra
la tierra el aire canta como una guitarra.
Tú a mi lado en la arena eres arena,
tú cantas y eres canto,
el mundo es hoy mi alma,
canto y arena,
el mundo es hoy tu boca,
dejadme en tu boca y en la arena ser feliz,
ser feliz porque si,
porque respiro y porque tú respiras,
ser feliz porque toco tu rodilla
y es como si tocara la piel azul del cielo
y su frescura.
Hoy dejadme a mí solo ser feliz,
con todos o sin todos,
ser feliz con el pasto y la arena,
ser feliz con el aire y la tierra,
ser feliz,
contigo,
con tu boca,
ser feliz.

mercoledì 27 gennaio 2010

Beautiful That Way (Lyrics: Noa: Musica: Nicola Piovani)

Smile, without a reason why
Love, as if you were a child
Smile, no matter what they tell you
Don’t listen to a word they say
'Cause life is beautiful that way

Tears, a tidal-wave of tears
Light that slowly disappears
Wait, before you close the curtain
There’s still another game to play
And life is beautiful that way

Here, in his eyes forever more
I will always be as close as you remember from before.

Now, that you're out there on your own
Remember, what is real and what we dream is love alone.

Keep the laughter in your eyes
Soon, your long awaited prize
Well forget about our sorrow
And think about a brighter day
'Cause life is beautiful that way

martedì 26 gennaio 2010

In memoriam. Per non dimenticare.

La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta. (Anna Frank)

Non posso andare a scuola.

Non posso andare al mare.

Non posso andare in palestra.

Non posso insegnare.

Non posso possedere una terra.

Non posso esercitare una professione.

Non posso sposare chi voglio.

Non posso scrivere (o vivere?!).

...

Sono un ebreo.

Posso urlare. O tacere.

Finito il Carnevale

L'inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia. (A. Camus)

Finito il Carnevale,
si gettano le maschere,
si scoprono i volti.

Pinocchio, in fondo, è solo un burattino.

Muore l'amore quando muore la stima.

Amo la costanza del sole che splende.

lunedì 25 gennaio 2010

La bellezza sottrae territorio all’inferno (Monologo di Saviano. Un collage)

Il potere della parola

In essa convivono inferno & bellezza

La bellezza ha spaventato il regime

La bellezza sottrae territorio all’inferno

È la bellezza che hanno stuprato

Manifestare per poter essere felici

Bambini soldato

Alcune parole fanno paura

Paura di fare la scelta giusta

La bellezza sta cedendo all’inferno

La verità è bellezza

Le parole sfuggono

Gli sguardi che si posano sulla pagina

Questa carta è pericolosa

Riuscire a difendersi all’inferno

Quando qualcuno scrive o ascolta questa storia si salva l’animo umano

Noi possiamo essere diversi

Non credo nel bene, ma nella bontà

Ho visto troppi morti, più di quanti l’uomo possa vederne e continuare a vivere

L’unico modo per sopravvivere è respingere i ricordi o sapere che la persona che ami ti sta aspettando, sapere che è l’unica persona che sa ciò che stai passando

L’orso per salvare la sua orsa si gettò su di lei e si fece uccidere

Io l’anima non ve la do: solo mentre stavo per morire ho capito che è la cosa più importante che ho

Sono voce di voci

Uno stanzino dove non si deve entrare

Sono stanca

Lo scrittore non esercita un mestiere, lo scrittore combatte una guerra

E se utilizzano le mie parole e le modificano?

Non mi firmo mai con pseudonimi, non nascondo mai la mia faccia

Le parole dei bambini sono superiori a ogni letteratura

Non mangerò mai più marmellata di lamponi

La rosa e la megattera

Oggi in questa notte calda dolce come il profumo di fiori esotici, svegliati ad una vita che scotta. (Occhi scuri, H.Hesse)


I fiori non sono tutti uguali.
Come può il fioraio sfiorarli tutti con lo stesso sorriso?
Come può accostarli indistintamente nello stesso mazzo?
Quadro banale.Senza colore.Senza Anima.
Non sarò un fioraio, sarò un seminatore vagabondo errante tra i campi.

Come sostituire la regina dei fiori?
Rubando l'essenza a mille boccioli e a diecimila corolle.

Dalla Camelia, la bellezza perfetta;
dalla Viola del pensiero, il ricordo;
dal Tulipano, l'amore perfetto;
dal Fiordaliso, la dolcezza;
dal Gelsomino, l'eleganza e la grazia;
dalla Datura, l'incantesimo;
dall'Orchidea, la sensualità.

Insostituibile Rosa.
Il fastello così composto
non dona l'inebriante soavità del tuo essere giardino di ciliegi.

L'averti respirato (o respiro l'averti?),
mi porta a benedire la volta celeste.

Mi donarono una stella;
mi dissero più di cento volte tiamo;
desiderarono sfiorare la mia anima;
cercarono la via del mio cuore;
non dormirono, non mangiarono, non pensarono che a me.

Cos'altro bramare?
Posso restare sotto la pioggia incessante di una strada deserta.

Sognando,
se mi è concesso,
di udire,
un giorno,
il canto delle megattere,
nascosto negli abissi,
di un lontano oceano.

domenica 24 gennaio 2010

Piccolo pensiero notturno

Da quando hai smesso
di
respirare,

cerco i cuori
per
abbracciarli.

venerdì 22 gennaio 2010

Valore, Erri De Luca

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che .

Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.


Molti di questi valori non ho conosciuto.

giovedì 21 gennaio 2010

Ho sceso, dandoti il braccio (E. Montale, Satura)

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

mercoledì 20 gennaio 2010

Nolite iudicare (Paride Mercurio, da “ANIMA MEMOR”, FIRENZE LIBRI, 2003)

Nessuno potrà mai comprendere

l’infinita dolcezza

che i tuoi sguardi furtivi

mi donano spesso.

Nessuno saprà mai leggere

questo mistero

che è chiuso nel tuo e nel mio cuore.

Tutti mi crocifiggono,

tutti ti mettono in guardia,

anche se fra cielo e terra

ci son più cose

di quante possa spiegarne

la loro greve filosofia.

La sedia vuota

Una stanza,
vuota come il bianco.

-Al centro-

Una sedia,
sola come un'ombra.

Un diario, una scusa, troppi perché, occhi di ghiaccio.
E' tutto ciò che fu trovato tra le tue mani.

Rimorsi, dolore senza fine, dubbi di fede, buoni propositi per rimediare.
Chi verrà a sottrarceli dall'anima?

E mentre Cupido gioca con i cuori degli uomini,
lei fissa quella sedia e muore perchè non potrà più amarti.

E' meglio soffrire per chi ci vive accanto e non ci ama
o per chi ci ama ma non può farlo perché non più?

Coloriamo le pareti con l'Arcobaleno.

martedì 19 gennaio 2010

Simone Weil a Joë Bousquet, 12 maggio 1942

[…] Le accludo la poesia inglese che le avevo recitato, «Love»; ha giocato un ruolo importante nella mia vita; la recitavo a me stessa in quel momento in cui, per la prima volta, il Cristo è venuto a prendermi. Credevo semplicemente di ripetere a me stessa una bella poesia e non sapevo che era una preghiera.

LOVE*

Love bade me welcome, yet my soul drew back Guilty of dust and sinne.
Buy quick-ey'd Love, observing me grow slack
From my first entrance in, Drew nearer to me, sweetly questioning,
If I lack'd anything.
A guest, I answer'd, worthy to be here: Love said, You shall be he.
I the unkinde, ungratefull? Ah, my deare, I cannot look on thee.
Love took my hand, and smiling did reply, Who made the eyes but I?
Truth, Lord, but I have marr'd them: let my shame Go where it doth deserve.
And know you not, sayes Love, who bore the blame?
My dear, then I will serve. You must sit down, says Love.
And taste my meat: So I did sit and eat.

George Herbert


*Amore Amore mi diede il benvenuto: eppure la mia anima si ritrasse, colpevole di polvere e di peccato. Ma Amore, dall'occhio pronto, vedendomi esitare da quando ero entrato, mi si fece più vicino, chiedendomi dolcemente se mi mancasse qualcosa. "Un ospite", dissi, "degno d'esser qui." Amore disse: "Tu lo sei." "Io, il meschino, l'ingrato? Ah mio diletto, non sono degno di guardarti." Amore mi prese la mano e, sorridendo, rispose: "Chi ha fatto gli occhi se non io?" "E' vero, Signore, ma li ho sciupati: lascia la mia vergogna fuggire dove merita." "E non sai tu", dice Amore, "chi prese su di sè la colpa?" "Allora, mio diletto, mi offro io." "Siediti", disse Amore, "e gusta il mio cibo." Così mi sedetti e mangiai.

sabato 16 gennaio 2010

Ritorno alla casa del Padre

Rincorrevo le stelle,
sognando di essere baciata dalla loro polvere.

Cieca, nuda e fragile,
tornai alla casa del Padre.

Quale stella potrebbe eguagliarsi allo splendore del Tuo abbraccio?

Percezioni di tempo

Ho scalato montagne,
navigato mari,
trascinato pesi,
strappato alberi,
saltato burroni.


Solo voltandomi ho scoperto che stavo ancora attraversando la strada.

Il furto del cuore

Due custodi alla porta del cuore:
l'impeto del fuoco e la delicatezza dell'acqua.

Il fuoco decise di buttare la chiave,
che l'acqua non tenne mai in mano.

Eppure venne il giorno in cui il mondo fu scosso dalla grave notizia:
il furto del cuore!

L'acqua si trasformò in lacrime infinite che spensero il fuoco.

Nessuno smascherò l'autore del furto.
Eppure il cuore era la chiave.

Una chiave nascosta, mai scomparsa.

venerdì 15 gennaio 2010

Lady d.

Lady d. non voglio la tua amicizia.

Non venire a bussarmi quando la luna è l'unica luce superstite della città.

Non cercarmi quando sono a cena con gli amici.

Non ho voglia di parlarti o di guardarti in faccia.

Tremo quando sento il rumore dei tuoi passi o quando sfiori i miei capelli nella notte.


Sospiro.

That's me!

Quando sono felice,
danzo.

Quando amo,
tremo.

Quando odio,
divento sarcastica.

Quando soffro,
faccio il pagliaccio.


I difetti più visibili sono nei miei piedi, ma nessuno conosce quelli dei miei denti.

Cicatrice

La gente vorrebbe cancellare le cicatrici.
Consigliano plastiche chirurgiche.

Quando perdi un fiore del tuo giardino puoi tornare alla vita,
ma non puoi farlo quando ti strappano un petalo dal tuo stesso essere fiore.

Il Cielo ha voluto così,
affinché imparassi ad ascoltare cuori soffocati dal dolore.

giovedì 14 gennaio 2010

Tu suoni

"...heard melodies are sweet but those unheard are sweeter..." (J. Keats)

Elogiano il mio passo di danza,
senza sapere

che mi muovo solo perchè tu suoni,
dietro di me.

Un giovedì pomeriggio della mia vita

UNA fermata della metro.
UN parco.
UNA panchina.
UN libro.
UN taccuino.
UN panino.
UN gatto.
UN sole.
UNA perenne primavera.


La MIA vita.

Nulla die sine linea.

martedì 12 gennaio 2010

Il mercante di illusioni, splendida nota di Davide Bogliolo

Lo incontrai la prima volta tempo fa, all’incrocio di due strade. Seduto dietro un banchetto imbandito di ogni cianfrusaglia e sogni di seconda mano, scrutava i passanti come a cercare di capire chi fosse adatto alla sua mercanzia. Occhi scuri, profondi, marroni come le castagne in autunno, e come queste il suo sguardo era protetto da pungenti aculei che ti si conficcavano nell’anima ad ogni occhiata. La barba come ricamata di colori vivi e pieni di sfaccettature ricordava quei mercanti mediorientali che gabbano i turisti vendendo loro ogni sorta di oggetto inutile e grottesco. Le braccia possenti e muscolose in grado di immobilizzare un toro se solo avesse voluto. “buona sera, amico mio – mi disse con voce accattivante – tu sembri proprio il cliente adatto per questo bazar”. Mi guardava con aria sicura, non era smielato, non era ruffiano, sapeva semplicemente di dire la verità. “Perché? Che tipo di cliente sarei io?” risposi un po’ stizzito, come tutti quelli che non amano sentirsi inserire in una categoria. “oooh, amico, ma è chiaro… tu sei un uomo sicuro di se. Una persona tutta di un pezzo…”. Aveva fatto centro, era riuscito a farmi fermare davanti al sua banco. “… la vedi questa? – tirò fuori da dentro una tasca interna una penna estremamente elegante, nera con rifiniture d’oro – questa è la soluzione ad ogni tuo problema”. Lo fissai, era chiaro che non gli dovessi credere ma una parte di me aveva già abboccato. “cosa sarebbe mai?Una penna magica?” risposi. “Questa penna ha un inchiostro speciale… è unica nel suo genere! E’ mescolato con lacrime di un’amante abbandonata e con una goccia di sangue di un grande poeta, non si esaurisce mai e chiunque la possiede può scrivere versi magnifici in grado di conquistare qualsiasi donna si desideri”. Lo fissai attentamente, non so perché ma sapevo stesse dicendo la verità. Guardai ancora il nobile oggetto nelle sue mani… la parte aurea brillava al riflesso del sole, era bella a vedersi. Allungai la mano per afferrarla… “ah! ah! Amico… tutto ha un prezzo” disse ritraendo la mano. “Quanto vuoi?” risposi io. “Oooh, questo mi offende terribilmente, pensi veramente che venderei un pezzo così pregiato per del vile denaro? No… voglio qualcosa di più personale da te”. Mi fissava negli occhi, uno ad uno potevo sentire gli aculei del suo sguardo ferirmi l’anima, sarei dovuto fuggire via, ma non lo feci, pregustando già di poter conquistare ogni amore. “Quello che voglio è qualcosa di estremamente prezioso… dammi il tuo sogno più bello”. Trasalii. Il sangue per un attimo si fermò nelle mie vene, mi gelai. “oh, forse ho visto male allora… non siete il cliente adatto” con una mano si riaprì la giacca pronto a celare nuovamente all’interno della tasca il mitico strumento. “No, mi hai convinto!” dissi afferrandolo per il polso cercando di fermarlo. Un lungo ghigno si allungò sul suo volto. Mi prese la mano sinistra e dentro ci mise la penna. Poi, senza lasciare la presa, alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi “adesso pagami però…”. Quegli attimi li ricorderò per sempre. La sequenza, le sensazioni, ogni movimento. La mia mano destra che fruga all’interno della tasca sinistra della giacca, le mie dita che afferrano il sogno di una vita per l’ultima volta, il lento movimento per estrarlo dalla tasca, poi l’ultimo fugace sguardo a quell’oggetto, apparentemente senza valore: era un orecchino da donna, l’aveva perso la mia amata tempo addietro ed era per me l’unica speranza di rivederla, di ritrovarla, di conquistarla. Cos’è un sogno in confronto alla certezza di tutte le donne che voglio? pensai tra me e me in quell’istante. Il mercante aprì la sua mano e io vi feci cadere il mio sogno più bello. La chiuse e io non lo rividi mai più. Me ne andai senza neppure salutare. Arrivai a casa e iniziai a scrivere con quella penna prodigiosa; scrivevo storie, poesie e sonetti di una bellezza straordinaria, racconti eccezionali intrisi delle più belle emozioni che un uomo possa provare, scrivevo lettere d’amore per donne che puntualmente cadevano ai miei piedi. Ma mi resi conto di quanto quella penna mi costò veramente solo quando rileggendo ogni mio scritto mi accorsi che tutto parlava di lei, della mia amata che ormai non mi era più concesso neppure sognare. A che vale scrivere d’amore se poi non posso coronare il mio sogno? Così misi da parte la penna, gli scritti e ogni illusione. Il mercante di illusioni aveva fatto di me uno sconfitto.

Perché taccia

Perché taccia il rumor di mia catena
di lagrime, di speme, e di amor vivo,
e di silenzio; ché pietà mi affrena
se di lei parlo, o di lei penso e scrivo.

Tu sol mi ascolti, o solitario rivo,
ove ogni notte amor seco mi mena,
qui affido il pianto e i miei danni descrivo,
qui tutta verso del dolor la piena.

E narro come i grandi occhi ridenti
arsero d'immortal raggio il mio core,
come la rosea bocca, e i rilucenti

odorati capelli, ed il candore
delle divine membra, e i cari accenti
m'insegnarono alfin pianger d'amore.

Ugo Foscolo, Sonetti

lunedì 11 gennaio 2010

Orchestra

Strumento d'orchestra,
suonavo,
senza seguire il Direttore.

Superflue le sue indicazioni, un tempo.
Oggi vitali.

Non saprei intonare una sola nota senza di Lui.

Sono un contrabbasso.
Il più grave.
Il più basso.

Pizzica le mie corde,
affinché la mia vita sia jazz.

Per non cadere giu

Per non cadere giu.

Di giorno,
come Icaro volerò verso il sole.

-Fuoco-

Di notte,
come Astolfo raggiungerò la luna.

-Follia-

I cuori di pietra non sono adatti per l'Eden.

Nevica

Capitale inglese.
Passeggio distratta sfiorata dalla neve.
Delicata.Indiscreta.Fragile.

Guardo gli alberi che annoiati cambiano colore.
Scompaiono.

Siamo due cuori che camminano su una lunga strada.

La neve scende per parlare alle nostre anime.
Bramo il giorno in cui sarò solo anima, candida, bianca e avrò le ali.

Non vivo per nient'altro e nessun'altro.

martedì 5 gennaio 2010

Orfanotrofio, una fotografia

Bambini che si emozionano ancora davanti a un regalo;

bambini che ti prendono la mano per farsi accarezzare;

bambini che le carezze non le vogliono perché non ne conoscono l'essenza;

-la vita mi ha insegnato che non tutti sanno fare una carezza-

bambini abbandonati;

bambini maltrattati;

"tanti auguri", "grazie", una madre sconosciuta che chiama solo il giorno del compleanno;

-la vita mi ha insegnato che c'è un giorno diverso da tutti gli altri-

bambini in braccio;

bambini nell'angolo;

-la vita mi ha insegnato che la prospettiva è diversa da quell'angolo-

bambini, che un giorno saranno adulti, con quale esistenza?

Non vorrei donarvi solo poche ore d'amore, ma è arrivato il tempo di andare.

-la vita mi ha insegnato che prima o poi bisogna partire.

lunedì 4 gennaio 2010

La mia Danza

Arabesque, assemblé, attitude, cambré, plié...

non importa;
la mia danza è sempre pirouette: giro sul mio asse sostenendomi su di una sola gamba.

Basta fissare lo sguardo.
Su di un punto.
Lo stesso.
Sempre.
Tu, che mi hai fatto il dono della danza.

Che lingua parli?

Comunichi Amore
parlando la lingua
di chi ami.

Non affaticarti per donare indifferenza,
otteresti un assordante silenzio.

Un lunedì mattina, uno dei tanti.

Odori mai perduti,
volti noti,
sapori masticati.

Non esiste il primo appuntamento,
ma appuntamenti ripetuti.


Prima o poi ci si abitua.
Pensavo.

domenica 3 gennaio 2010

Scherzi d'amore

Scherzi d'amore, il vostro linguaggio.
Complicità adolescenziale.


Commuovete i cuori stanchi.

Verba volant, ACTA manent

Egli non l'ha soltanto promesso,
ha anche agito.

La Croce.

Un gesto d'Amore.Non solo parole.

venerdì 1 gennaio 2010

2010, augurio di Vita

Cercate il fiore.
Il più bello.

Coglietelo.

Non abbiate paura delle ferite che vi procureranno le sue spine.

Godete del suo inebriante profumo fino all'ultima emozione.

E cercate, cercate il tassello mancante nascosto nel suo intimo.
Vi indicherà la via del Cielo.

Grido di madre

Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta,
smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere?
Anche se le madri dimenticassero,
Io non dimenticherò te. (Isaia 49.15)


Quando ti dona vita, grida.
Grida, se dovrà chiudere i tuoi occhi.

Il grido della madri ha lo stesso suono, odore, sapore.
Fa vibrare le viscere della terra.

Vorrei non averlo mai ascoltato.

Papà, mi porti al cinema?

Papà mi porti al cinema?

Come fidanzatini camminavamo mano nella mano;
sento ancora l'odore dei popcorn che mangiavamo insieme.

Il nostro appuntamento fisso della domenica.

Oggi torniamo al cinema di rado.
Mi soffermo a guardare le tue rughe, i tuoi dolori, la tua stanchezza;
la vita vera, non un film.

Papà, non smettere mai di portarmi al cinema.