sabato 27 dicembre 2008

Per fare a meno di te - Giorgia

Per Fare a meno di te
non so dove me ne andrò
che cosa inventerò

Per fare a meno di te
Io no, non mi sveglierò
non ti ricorderò

Quando guardo il cielo
cerco te
distrattamente guardo il cielo e
cerco te
e mi sollevo

Per Fare a meno di te
Non so quanto cuore avrò
io mi difenderò

Quando Guardo il cielo
cerco te
Distrattamente guardo il cielo
e cerco te

E mi sollevo
Sulle circostante il tempo scivola (sopra di noi)
l’infinito sceglie la sua lacrima
Dove cercare (qualcosa di più) (ancora)
E fare a meno di te

Quando guardo il cielo
cerco te
Distrattamente guardo il cielo
e cerco te

E scioccamente mi sollevo
su con te
su con te
su con te

domenica 21 dicembre 2008

COMPAGNO DI VITA

Il mio Amore per TE:
Non ho mai provato niente di simile per una persona.

Dal primo incontro sotto casa tua: passione, comunicazione, alchimia, felicità.

Conoscersi da sempre.

Un rapporto senza tempo nel tempo: passato, presente, eternità.

La tua sensibilità, la tua intelligenza fuori dal comune, la tua sincerità: ecco ciò che amo di te.
La nostra amicizia, i nostri dialoghi, la nostra sintonia: ecco ciò che amo di noi.

Il futuro mi spaventa. La fedeltà mi spaventa. La monotonia mi spaventa.
Eppure tu sei presente, costante, sorprendente. Annulli le mie paure.

Quanta strada abbiamo percorso insieme e quanta ancora ne percorreremo: sei il mio compagno di vita, l’unico al quale terrò la mano per sempre.

Spesso la gente mi dice che sono la ragazza ideale da sposare, ma solo tu sai veramente cosa significa vivermi accanto.

Trovare una persona da amare è un dono troppo grande che questa triste vita non concede a tutti. Essere amati da questa persona è un miracolo che può venire solo da Dio.

Grazie per il tuo Amore, Amore.
Grazie per il tuo dono, Signore.

domenica 14 dicembre 2008

Il Gbu: una casa di misericordia

Nel Vangelo di Giovanni leggiamo l'episodio della guarigione di un paralitico. Questo miracolo avviene a "Bethesda",una piscina con cinque portici nei pressi di Gerusalemme. Bethesda significa "casa di misericordia". Ebbene, per me questa sala rappresenta la nostra Bethesda,una moderna casa di misericordia. Ho osservato il gbu in questi anni e ho constatato che è stato per molti un luogo di passaggio, di benedizione. Il nostro scopo è quello di condividere la parola di Dio con altri studenti universitari. Eppure Dio ha condotto qui anche persone non legate al mondo accademico. Alcune di queste persone sono tornate alla fede in un periodo di smarrimento; altre hanno trovato risposte alle loro domande; altre, che si sentivano stanche, hanno trovato riposo. Il gbu è anche un posto dove rifugiarsi quando lo studio ci porta lontano da casa, dai nostri cari, dalla nostra chiesa locale. Penso a voi, cari studenti Erasmus, e spero che Dio abbia usato il tempo trascorso insieme per benedirvi e per farvi sentire come a casa. Il gbu non è un appuntamento fisso come lo sono i nostri impegni comunitari. È qualcosa che va al di là, che va oltre. È bello vedere che nel cuore abbiamo il desiderio sincero di servire il Signore e che lo manifestiamo facendo parte di questo gruppo. Vedo che il Signore ci benedice in maniera speciale perché legge le nostre intenzioni. In questa vita caotica non è facile ritagliarsi del tempo per una “nuova attività”, eppure la grande passione che coltiviamo per la parola di Dio ci raccoglie tutti qui, ogni lunedì. Questo è stato per noi un anno di raccolta. Tutti i semi gettati in passato stanno portando frutto. Continuiamo così! È bello vedervi crescere, giorno dopo giorno. Siamo uniti. Siamo di sostegno l'uno dell'altro. Non dimentichiamoci mai che siamo la casa della misericordia, Bethesda.

Una Poesia per la Piccola Sofia

Cara Sofia, in questo giorno di festa
vorrei dedicarti una piccola poesia,
per dirti in rima ciò che vive nel cuore di una zia.
Sei l’ultima arrivata nella nostra famiglia,
e già sei per tutti noi una grande meraviglia!
Tutti quanti ti abbiamo grandemente desiderato,
e per te il Padre abbiamo pregato.
Anche tu scalpitavi per incontrarci
Sei nata prematura per abbracciarci!
Un sogno ci aveva rivelato il tuo arrivo
Di una femminuccia il nostro nido era privo.
Così la tua mamma un voto fece al Cielo
Dicendo “Signore una bimba io anelo!
ti prometto che in Te sempre confiderò
e che a tutti della tua grazia parlerò!”
Ricordo ancora il primo sguardo del tuo papino,
quando incrociò il tuo bel visino;
lo sai che all’improvviso,
gli si è acceso un enorme sorriso?
Il tuo nome significa“Sapienza”,
un consiglio ti dono per esperienza:
sii felice e godi sempre del dono della vita,
e non essere mai dagli impegni assalita;
noi, i tuoi cari ti siamo tutti attorno
per sostenerti giorno dopo giorno.
E non dimenticarti mai che lassù
Ti protegge e ti guarda il tuo Amico Gesù.
Al termine di questa poesia,
Vorrei dire “grazie a Dio per essere una zia”,
è una gioia per me avere questi tre nipotini:
Giacomo, Francesco e Sofia: che splendidi bambini!

Con Amore,
zia Federica

Seduti intorno

Da Jonathan a Emanuele,Davide, Stefano, Marco & Fede

L’amicizia non ha bisogno di parole: è una solitudine
Liberata dall’angoscia della solitudine
(D. Hammarskjold – Tracce di cammino)

Seduti intorno a questa tavola,
le mani strette in preghiera
e i cuori caldi
del profumo di una pane che,
spezzato molti anni fa
da mani eterne eppur forate,
spande ancora la sua fragranza
nelle nostre vite.

Seduti intorno a questa tavola,
le mani aperte come a ricevere benedizione
e i cuori caldi
del gusto di un vino che,
amaro per Chi ne attinse
fino all’ultima goccia,
è oggi dolce alle nostre labbra
mentre anche noi,
negli echi di una festa già iniziata,
partecipiamo a vite diverse dalle nostre vite
vite un tempo sconosciute
vite di chi oggi ci è
madre, padre, fratello e sorella.

Seduti intorno a questa tavola,
consapevoli che gli sguardi complici
che oggi ci scambiamo
rimarranno anche quando gli occhi saranno lontani,
aspettiamo che il nostro amore sublimi,
quando la speranza sarà compiuta
e la fede vedrà ciò che ha atteso,
quando guardandoci un’altra volta
scorgeremo occhi conosciuti eppure nuovi
e sapremo che la tavola a cui siamo seduti
è casa.

Una voce fuori dal coro - Breve riflessione sui metodi di trasmissione del messaggio di salvezza da un’esperienza in metropolitana

Chi di noi salendo sulla metropolitana non ha provato fastidio (o perlomeno lo ha riscontrato negli altri) per l’assalto di quanti chiedono soldi. C’è chi lo fa suonando più o meno abilmente uno strumento, chi implora pietà raccontando le disgrazie della sua vita, chi facendo elemosinare un bambino. Come credenti spesso siamo imbarazzati perché vorremmo aiutare queste persone ma non sappiamo come farlo in maniera efficace.Un giorno, dall’indistinto mondo dei “mendicanti metropolitani”, col quale venivo quotidianamente a contatto, si distinse un uomo speciale. Italiano, alto, sulla quarantina, chitarra elettrica alla mano. Iniziò a suonare ed improvvisamente tutti furono attratti dalla sua musica: voce soave, abile suonatore, persona discreta. Rimasi incantata! Attorno a me le conversazioni si interruppero, gli mp3 si spensero, le letture si fermarono. Incredibile! Ma cosa aveva quest’uomo di diverso dagli altri? Perché quando saliva sulla metropolitana le persone sembravano stranamente felici? Di colpo nella mia mente si affacciò un’associazione di pensiero tra quest’uomo e il nostro modo di evangelizzare. Se il mondo fosse una metropolitana e i credenti le persone che con i più svariati mezzi cercano di attrarre l’attenzione, le persone da evangelizzare, vittime ogni giorno di numerosi messaggi religiosi diversi, a chi dovrebbero credere? A Maometto? O piuttosto a Gesù? E perché non a Buddha? E qualora decidessero di essere cristiani dovrebbero diventare cattolici, ortodossi o protestanti? Quanti messaggi diversi ricevono ogni giorno le persone attorno a noi! E quanto sono seccate da questi messaggi! Guardando quell’uomo in metro, ho pregato il Signore dicendo “fa che il messaggio dei tuoi figli sia altrettanto efficace, fa che siano una voce fuori dal coro!”.Quell’uomo non aveva bisogno di urlare per attrarre l’attenzione, non aveva bisogno di passare tra la gente a raccogliere soldi perché era la gente ad alzarsi per donarglieli! Era educato, gentile, discreto e allo stesso tempo terribilmente capace! La sua musica era di un livello talmente alto che non aveva bisogno di altri mezzi all’infuori di sé per coinvolgere le persone.Al termine della sua esecuzione diverse furono le persone (me compresa!) che si alzarono per congratularsi e chiedere informazioni. Nei giorni seguenti scoprii che in breve tempo quell’uomo si era fatto molti amici (fu chiamato anche a suonare in alcuni locali).Il messaggio di salvezza che noi proclamiamo non può confondersi tra le miriadi di voci di questo mondo, perché esso è il Vangelo di Dio! Dovremmo interrogarci più spesso sulle modalità con le quali trasmettiamo a chi ci sta intorno questo messaggio così potente. Dovremmo chiederci più spesso se la nostra “qualità” di credenti in termini di spiritualità, santificazione e preghiera è davvero efficiente. Non abbiamo bisogno di inventare chissà cosa per comunicare Gesù. Il nostro messaggio non può e non deve essere uno dei tanti. Gesù, aiutaci a fare la differenza: tu solo sei il Salvatore. “La voce del peccato è forte, ma la voce del perdono è ancora più forte.” (D. L. Moody)